Padre, se anche tu non fossi il mio
Padre, se anche fossi a me un estraneo
Per te stesso egualmente t'amerei.
(C. Sbarbaro)
Lo annunciano la moglie STELLA, la sorella ANNA, i figli PIER CARLO e MASSIMO con ROSITA, il nipote ALESSANDRO.
La famiglia ringrazia per l'assistenza professionale ed affettuosa tutto il personale delle Cliniche Humanitas Gavazzeni, in modo particolare i dottori Mingardi, Rota, Ledda, Setti e Pitì.
Un ringraziamento al dottor Tonello per la disponibilità prestata.
È possibile salutare Pino nella Cappella della Chiesa di San Lorenzo in Via Boccola.
I funerali si svolgeranno venerdì 25 maggio alle ore 15 al Duomo, partendo da via Gombito 22.
Bergamo, 22 maggio 2012
amore mio, sarai sempre nel mio cuore, nel mio pensiero, cercherò di vivere come tu mi hai insegnato.
Grazie. STELLA.
Bergamo, 23 maggio 2012
A
Coloro che lo hanno amato, conosciuto e apprezzato, possono continuare a farlo vivere nel ricordo della sua capacità di dare alla vita che continua un senso grande e un grande calore.
ALESSANDRO e ROSSELLA.
Bergamo, 23 maggio 2012
Buon viaggio
arrivato lassù potrai vedere finalmente tutto più chiaro.
PIER CARLO.
Bergamo, 23 maggio 2012
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La cucina è amore per il prossimo. Quando un genitore prepara per i suoi bambini dei pasti nutrienti, lo fa per garantire loro il piacere di una vita sana. Quando una nonna trascorre la domenica mattina a friggere le melanzane per cucinare la parmigiana più saporita al mondo, lo fa per stampare un sorriso sul volto dei nipotini. La cucina, però, è anche e soprattutto amore per la vita. Per sopravvivere, si deve mangiare. Preparandoci il pranzo, stiamo scegliendo di continuare a vivere. Ingegnandoci per renderlo delizioso, stiamo dando un buon sapore e un buon gusto a questa sopravvivenza. Nelle necrologie dello scorso decennio ci sono numerose persone che operavano in campo gastronomico e che omaggiavano ed enfatizzavano, con le loro attività, il gusto della vita. Racconterò le storie di tre personaggi che hanno lasciato un tocco della loro essenza e dell’amore che li caratterizzava nei piatti che preparavano. Melania Giovita ha dato dolcezza alle giornate di molti sarnicesi e ai turisti. Gestiva, insieme al marito Augusto Savoldi, la gelateria «Mej», a Sarnico. Augusto aveva ereditato la «Mej» da sua mamma Bartolomea, la quale a propria volta aveva iniziato a gestire la gelateria dopo la sua mamma Maria. Melania, per quarant’anni, è stata dietro il banco colorato della «Mej», che è famosa in tutta la bergamasca. Ai passanti accaldati che si fermavano davanti al chiostro per rinfrescarsi gustando un bel gelato, rivolgeva sempre radiosi sorrisi. Aveva una parola buona per tutti ed addolciva le giornate dei turisti e dei locali che passeggiavano sul lungolago con i deliziosi gelati preparati nel laboratorio in via Tresanda. Luigi Esposito Jorio era il titolare delle pizzerie «Il galletto d’oro» di Mozzo e «Il galletto d’oro 2» di Martinengo. Le pizze che preparava rappresentavano un omaggio pieno di amore a Napoli, la sua città di origine, ma anche a Bergamo, la città che lo aveva accolto. L’impasto era quello tradizionale napoletano, con il cornicione soffice e alto. Al tempo stesso, però, molti degli ingredienti utilizzati erano tipici della bergamasca. Basti pensare alla pizza con polenta morbida, funghi porcini e cotechino. Le sue pizze sono state riconosciute dall’ente certificatore della pizza napoletana «a regola d’arte», da cui Luigi Esposito ha anche ricevuto «Il cornicione d’oro» per la migliore professionalità. Il «maestro della pizza» è stato presidente dell’Accademia italiana della pizza e consigliere dell’Associazione cuochi bergamaschi. Pino Capozzi ha goduto di un grande successo per l’«Agnello d’Oro», il «Città dei Mille» e il «GuglielMotel», i locali da lui aperti. Non bisogna dimenticare, però i riconoscimenti che Capozzi ha ricevuto in ambito gastronomico. Per due anni, infatti, ha vinto il concorso «Alfiere della gastronomia». Poi, è anche diventato presidente dell’Unione italiana ristoratori. Viaggiava il mondo per far conoscere la sua cucina e per imparare da quella degli altri. Per 25 anni, ad esempio, ha partecipato al «Concurso internacional de fideuà» nella città di Gandìa. Ha rappresentato la tradizione gastronomica italiana in manifestazioni internazionali in Brasile, in Ecuador, in Messico, negli Stati Uniti, in Francia e in Germania. Dimostrazione della sua gran passione per la diffusione della buona cucina è anche il libro «Il Riso». Il volume, scritto da Pino Capozzi insieme ad Ave Ninchi, è colmo di ricette per la preparazione del risotto, di cui Capozzi era un vero maestro. Le storie di questi tre individui sono diverse tra di loro. Ciascuna di queste persone, però, ha dimostrato, a modo proprio, che la preparazione del cibo è una forma di amore. L’amore è allegria. Melania donava, con i gelati che distribuiva sorridente, allegria a chi passeggiava per Sarnico. L’amore è unione. Luigi Esposito univa le tradizioni di città diverse nei suoi piatti. L’amore è condivisione. Pino viaggiava per il mondo e scriveva libri per far assaporare agli altri ciò che preparava.
Archivio de L’Eco di Bergamo